“Andiamo in Europa a chiedere infrastrutture e non deficit”, dice Confindustria

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MARCO BERTORELLO / AFP

Vincenzo Boccia

È “ottimista nelle aspettative” sul nuovo governo perché lo è di natura, ma attende di valutare i fatti: “non è il caso di dare giudizi anticipati”. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, non si sbilancia troppo sul Conte bis e dalla platea di un Forum Ambrosetti con una ridotta presenza di politici (l’unico ministro presente è il titolare dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti) manda un messaggio chiaro al nuovo esecutivo: “Noi non dobbiamo chiedere più deficit all’Europa per aumentare il debito pubblico ma un grande piano infrastrutturale transnazionale”.

Poi la proposta. Il bilancio dell’Unione europea sia “la dimensione ideale per pensare un piano infrastrutturale di 500-1.000 miliardi di euro”. Se vogliamo essere protagonisti, insiste Boccia: “Non possiamo andare a Bruxelles a chiedere soldi per il deficit ordinario per risolvere le cose italiane” ma per cose diverse, come appunto, il piano per le infrastrutture. Determinante sarebbe “una politica anticiclica, sia in Italia che in Europa”.

Non dimentichiamo che anche l’economia tedesca affronta il rischio recessione: “Quindi una proposta che parta dall’Italia su una dotazione infrastrutturale transnazionale europea, finanziabile eventualmente con eurobond, potrebbe trovare una attenzione rilevante da parte di Francia e Germania”.

Della necessità di rivedere il rapporto con l’Europa d’altra parte ha parlato ieri anche il Presidente della Repubblica, ricordato da Boccia. “Il presidente Mattarella come sempre segnala una visione determinante della linea di direzione del Paese: noi abbiamo bisogno di più Europa e non di meno Europa nell’interesse dell’Italia” ma “serve un’Europa più integrata”.

Per fare tutto questo, secondo Boccia occorre un governo solido e “una linea di direzione chiara nel Paese. Se c’è una linea comune aiuta tutti: la dimensione di relaitiva tranquillità della politica abbassa lo spread, che è una tassa indiretta”. Dunque, “lasciamoli lavorare” dice, e vediamo se riusciranno a realizzare quegli obiettivi che per gli industriali sono chiarissimi: l’occupazione, il cuneo fiscale, abbassare le tasse ai lavoratori per attivare la domanda interna.

L’auspicio è molto semplice: “I ministri e i due partiti che compongono la coalizione di governo invece di dibattere a mezzo stampa, lo facciano all’interno del Consiglio dei ministri. Evitiamo un gioco di governo e opposizione allo stesso tempo”. E qualche luce si vede: “Alcuni punti oggetto dell’accordo sono condivisibili”, ha sottolineato il presidente degli industriali, mentre “su altri vediamo delle criticità”. 

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